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A Palazzo Chigi per chiedere quali le ricadute occupazionali del PNRR.

Apprezziamo l’approccio del Governo.
Necessario monitoraggio costante e una gestione dedicata per il Sud, ancora troppo indietro

“Oggi a Palazzo Chigi abbiamo chiesto al Governo quali saranno le reali ricadute occupazionali in riferimento al Pnrr” – lo dichiara il segretario generale della Confsal Angelo Raffaele Margiotta al termine dell’incontro con il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto – “abbiamo illustrato le nostre proposte e posto l’esigenza su un monitoraggio costante dello stato di attuazione e ricadute del piano nazionale di ripresa e resilienza che renda conto non soltanto dei tempi e della quantità ma della qualità, intesa come ricaduta sulla crescita del tessuto produttivo e sull’incremento strutturale dell’occupazione”. La Confsal ha anche chiesto un migliore raccordo con le regioni: “Debolezze del Mezzogiorno e settori produttivi deboli e quindi disoccupazione e salari poveri. Si intrecciano, ha detto Margiotta . Come coniugare le due questioni? Le Regioni, ha proseguito Margiotta, non sono uguali e le statistiche dicono che quelle del sud impiegano il doppio tempo per realizzare i progetti.” La Confsal ha anche proposto di elaborare indicatori di qualità sui progetti, monitorando l’accrescimento strutturale del sistema e il rispetto del vincolo del 40% nell’assegnazione delle risorse al Sud: “occorre evitare qualsiasi discrimine – ha concluso Margiotta – se si vuole che il PNRR sia una fucina che forgi il sistema e non un fuoco fatuo”.

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