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Decreto del Fondo Nuove Competenze

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Prima riunione tecnica tra le parti sociali, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’ANPAL

Ieri 26 maggio la Confsal ha partecipato alla prima riunione tecnica sul nuovo decreto del Fondo Nuove Competenze che si è tenuta tra le parti sociali, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’ANPAL. 

Apprezziamo il riconoscimento istituzionale dei fondi interprofessionali che garantiscono la qualità della formazione erogata e una gestione efficace, efficiente e regolare delle risorse versate dalle imprese e  riconosciute come pubbliche – dichiara a margine dell’incontro il Segretario Generale, Angelo Raffaele Margiotta.

La Confsal – rappresentata dal Vice Segretario Generale Lucia Massa – ha illustrato al tavolo tecnico le seguenti richieste e proposte:

  • non orientare in maniera esclusiva, quasi totalizzante, la formazione continua dei lavoratori per l’acquisizione di competenze digitali e green, perché vorrebbe dire limitare fortemente il campo dell’azione formativa del FNC. Nel PNRR non è presente alcun vincolo ad attivare formazione solo per competenze green e digitali, tanto meno nella Missione 5 componente 1, che contempla interventi di formazione e di politiche attive, dal GOL al sistema duale, che riguardano tutti gli interventi. Necessita pertanto effettuare, anche coinvolgendo i fondi interprofessionali, una mappatura precisa delle competenze, attraverso l’attuazione di progetti sperimentali;
  • devono essere stanziate maggiori risorse, aggiuntive e diverse rispetto a quelle di cui i fondi già dispongono e che consistono esclusivamente nelle somme versate dalle aziende aderenti ai fondi e, pertanto, hanno dunque una loro specifica destinazione. Dette ulteriori risorse devono dunque finanziare in maniera specifica gli avvisi per la formazione a valere sul FNC, altrimenti l’art. 11 ter del DL 146/2021 rischia di rimanere di fatto inattuabile, riproponendo e non risolvendo le criticità attuali;
  • affidare ai fondi interprofessionali l’intero stanziamento a valere sul FNC;
  • ripartire il budget del FNC in base al numero di dipendenti/aziende a essi aderenti;
  • dovrà essere prevista, così come statuito dai commi 241-242 dell’art. 1 della legge di bilancio 2022, la restituzione al sistema dei fondi interprofessionali del prelievo forzoso introdotto dalla Legge 190/2014: la restituzione della quota, tra l’altro rilevante, versata dalle aziende costituirebbe per i fondi una risorsa aggiuntiva da utilizzare proprio per l’aumento di attività formativa da finanziare nell’ambito del FNC; 
  • i benefici dovranno essere estesi anche ai lavoratori di aziende non aderenti ai fondi: in tal modo saranno garantiti maggiori controlli e monitoraggio sulla corretta gestione delle risorse: una necessità, questa, che è stata evidenziata dalla Corte dei Conti nel suo Rapporto semplificato con riferimento alle criticità attuali da affrontare e risolvere, pur ritenendo la  misura del FNC certamente cruciale per la competitività e la sostenibilità economica delle imprese;
  • dovrà essere individuato un tetto massimo di beneficio concedibile a ogni singola azienda e che dovrà essere quantificato sulla base delle classi dimensionali delle aziende richiedenti;
  • le risorse a valere sul FNC dovranno comprendere anche i costi di gestione necessari per finanziare le attività di formazione e per effettuare il relativo monitoraggio e controllo dell’utilizzo delle risorse erogate.

La Confsal ha inoltre espresso al tavolo la sua contrarietà alla premialità di rimborso all’impresa del 100% della retribuzione del lavoratore impegnato in formazione, prevista nel caso sia in cui l’impresa sottoscriva un accordo per la rimodulazione strutturale dell’orario di lavoro a parità di salario sia di nuove modalità organizzative e di partecipazione dei lavoratori nell’azienda. Una tale previsione intende introdurre una novità importantissima nel mercato del lavoro in modo surrettizio perché senza confronto con le parti sociali.

La Confederazione ha infine auspicato che, in considerazione della crucialità della formazione all’interno dell’attuale e del futuro mercato del lavoro, come d’altronde ben evidenziato dal PNRR, i fondi interprofessionali siano riconosciuti come organismi intermedi nella gestione di risorse comunitarie dei PON/POR, in modo da supportare il sistema pubblico ministeriale e regionale nella gestione di risorse, garantendone una spesa efficace.

E, sempre nell’ottica di una progressiva integrazione e collaborazione con politiche nazionali e locali che garantisca una formazione di qualità, la Confsal ha chiesto che i fondi siano inseriti all’interno del sistema di certificazione delle competenze, così da mettere in trasparenza le competenze acquisite tramite i corsi erogati e incrementare ulteriormente il valore sul mercato della formazione. Una strada questa, tra l’altro, già seguita dai Fondi in cui la Confederazione è parte costituente.

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