La Confederazione scrive al premier Draghi e al ministro Brunetta: “Stiamo assistendo ad un crescente aumento dei contagi, con grande preoccupazione tra i lavoratori, mentre le conseguenti misure di quarantena moltiplicano le assenze a dismisura”.
“La Confsal chiede il ripristino della modalità lavorativa in lavoro agile come modalità ordinaria per tutti i lavoratori per la durata dello stato di emergenza, ovvero fino al 31 marzo 2022”. È quanto chiede la Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori in una lettera inviata oggi al premier, Mario Draghi, e al ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.
Nella missiva Confsal ripercorre l’iter normativo che nelle scorse settimane aveva portato al superamento del lavoro agile come “modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa a decorrere dal 15 ottobre 2021”: dal Dpcm del 23 settembre al Dm dell’8 ottobre 2021. Provvedimenti, questi, basati su l’auspicio che “l’estensione della certificazione verde Covid-19 anche ai lavoratori del settore pubblico avrebbe aumentato l’efficacia delle misure di contrasto al fenomeno epidemiologico in atto”, si legge nel documento.
I dati di questi giorni raccontano un altro drammatico scenario e il segretario generale, Angelo Raffaele Margiotta stigmatizza la situazione attuale: “Stiamo assistendo ad un crescente aumento dei contagi, per il diffondersi di nuove varianti, con conseguenti misure di quarantena, sia per i colpiti sia per chi ha avuto con gli stessi contatti, che moltiplicano le assenze a dismisura”.
“E’ forte il disagio per le attività lavorative ordinarie e grande la preoccupazione tra i lavoratori per l’effetto che tale situazione potrebbe determinare anche nell’ambito familiare”, conclude Margiotta.