La Confsal non ha dubbi, “solo aumentando il numero degli ITS si potrà finalmente risolvere il problema del cosiddetto skill mismatch”. Lo ha dichiarato Lucia Massa, Vice Segretario generale della Confsal e Capo-Dipartimento Formazione, in occasione del primo tavolo di confronto con le parti sociali sulla riforma degli ITS e degli Istituti tecnici e professionali, svoltosi ieri al Ministero della Pubblica Istruzione.
La riforma degli Istituti tecnici post secondari (ITS), prevista dal PNRR, è stata anticipata infatti da una proposta di legge, approvata recentemente alla Camera dei deputati, e in attesa di essere discussa e convertita in legge dal Senato.
E partendo proprio dal semplice presupposto che il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza prevede lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro anche per l’aumento del numero degli Istituti, che il Vice Segretario generale, a nome della Confsal e dello Snals-Confsal, ha sottolineato l’importanza di questa riforma “per colmare quel vuoto di competenze che le imprese richiedono e quindi per riallineare domanda e offerta di lavoro”.
Incrementare il numero degli ITS nei territori significa, inoltre, valorizzare le filiere produttive legate a quest’ultimi. Non è sufficiente quindi aumentare solo l’offerta formativa. Per Lucia Massa “poiché sono presenti in Italia 480 poli formativi, la Confsal ha chiesto al Ministro che nasca un ITS per ciascun ambito scolastico”. “E così come è importante – conclude – che i nuovi Istituti siano in sinergia con le università, è ancor più fondamentale che ci sia un raccordo anche con le scuole superiori”.
Attualmente il numero di diplomati degli istituti tecnici post-secondari è pari a 5 mila all’anno. Una cifra esigua cui è urgente far fronte. “Abbiamo un’occasione eccezionale – aggiunge Lucia Massa – non possiamo permetterci di perderla”.