Si è svolto nei giorni 19 e 20 gennaio 2021, in videoconferenza, un interessante workshop internazionale, organizzato dalla Confsal – rappresentata, su delega del Segretario Generale Angelo Raffaele Margiotta, dal Prof. Rino Piroscia – per la presentazione del Progetto dal titolo: “Migliorare il coinvolgimento nel processo decisionale dei lavoratori nel settore istruzione“, realizzato con il supporto finanziario dell’ Unione Europea.
Il Progetto, che ha una durata di 20 mesi, coinvolge otto Organizzazioni di sei paesi europei: vecchi Stati membri (Italia, Grecia) nuovi Stati membri (Polonia, Romania) candidati UE (Repubblica di Nord Macedonia, Serbia) mira a creare partenariati stabili portanti a rafforzare il ruolo del sindacato e l’esercizio al diritto all’informazione e partecipazione dei lavoratori nei processi decisionali nel settore dell’istruzione. Tra gli obiettivi vi è quello di scambiare esperienze, buone prassi e sviluppare un dialogo sociale costruttivo portante a sensibilizzare l’opinione pubblica e in particolare il personale docente e non docente, ad aumentare la loro conoscenza e la consapevolezza in merito alle direttive UE e al Pilastro europeo dei diritti sociali, accrescendo così il loro diretto coinvolgimento nell’organizzazione della scuola e nel miglioramento del servizio pubblico.
Nella prima giornata dei lavori i rappresentanti dei paesi partecipanti hanno discusso sui risultati di una ricerca che ciascuno di loro ha somministrato al personale della scuola. Dalle rilevazioni sono emerse diverse problematiche comuni, tra cui, a causa del coronavirus, l’avvenuta trasformazione delle condizioni di lavoro dei docenti, oggi sovraccaricati sia da maggiori compiti extra-didattici sia da crescenti responsabilità in termini di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Trasformazione questa che ha obbligato il personale della scuola a continuare a garantire il servizio pubblico e a formare la nuova classe dirigente, con un salario che non soddisfa più le sue mutate esigenze economiche e un ambiente di lavoro non facile da riorganizzare. Tra i fattori demotivanti, la ricerca ha messo in luce: la precarietà dilagante di docenti in servizio; la mancanza di processi di semplificazione nell’organizzazione della didattica; la confusione dei sistemi di comunicazione tra scuola, docenti e genitori nella gestione della didattica in presenza e a distanza; la carenza di tecnologie adeguate e di formazione in servizio atte a sostenere il contributo del docente nell’efficacia del successo formativo degli studenti.
La scarsa natalità e l’integrazione dei giovani immigrati in classi che continuano ad essere sempre più affollate nella didattica in presenza e sovraccariche di connessione nella didattica a distanza, sta per compromettere seriamente le relazioni tra scuola e servizio pubblico, generando a volte anche discriminazioni sociali, che a lungo andare possono diventare pericolose in termini di sicurezza sociale.
Dalla ricerca non è stato esentato il richiamo al nuovo ruolo del dirigente scolastico, sempre più impegnato a garantire la salubrità degli ambienti di lavoro in uno status di controllore e controllato facilmente da gestire con i problemi portati dall’improvvisa introduzione dell’informazione e della didattica in rete e dalla non prevedibile situazione di emergenza sanitaria, che ha messo in ginocchio tutti i sistemi di istruzione dei paesi partecipanti.
In sintesi, la ricerca ha rilevato che non tutti gli insegnanti conoscono la normativa europea. Ovunque le retribuzioni sono troppo basse. Stabilità contrattuale e stabilità del personale sono imprescindibili per migliorare i rapporti con la parte datoriale, mentre la precarietà è molto diffusa. Troppa burocrazia nuoce alla scuola e a tutta la P.A.
Dopo ampio e proficuo dibattito nel corso del quale sono intervenuti tutti i partner del Progetto, che hanno focalizzato in particolare le condizioni di lavoro degli insegnanti nei rispettivi Paesi e le problematiche relative al dialogo sociale, il workshop si è concluso con l’impegno di aggiornare l’agenda dei successivi incontri.
La Confsal – a conclusione dei lavori- in qualità di organizzazione beneficiaria del Progetto, ha condiviso le questioni poste e le riflessioni emerse, dichiarando che ritiene fondamentale far conoscere e diffondere la voce del sindacato per dar vita ad un dialogo sociale attivo che influisca e sia considerato portatore degli interessi generali presso la classe politica e, come tale, non essere solo ascoltato, ma essere considerato!
“I partner del Progetto – ha precisato infine Piroscia nel suo intervento – potranno contare ancora sul ruolo di soggetto aggregante e di capofila della Confsal ed avviare le basi per strutturare un accordo di partenariato stabile pronto a partecipare sia a livello propositivo presso le istituzioni europee sia a livello operativo nella presentazione di nuovi progetti nei prossimi avvisi del quadriennio 2021/2024”.