Nella mattinata di ieri, giovedì 24 settembre 2020, la delegazione CONFSAL, nelle persone di Lucia Massa, Vice-Segretario Generale, e di Giovanni Recchia, Segretario Nazionale, ha incontrato, in remoto e a tavolo unitario con tutte le altre Confederazioni Sindacali, il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo per discutere della necessità, rappresentata tra l’altro proprio dal Ministro, di un’evoluzione e di una regolamentazione, sia nel settore privato che in quello pubblico, dello smart working – lavoro agile – che vada oltre lo stato attuale e contingente della pandemia da Covid 19.
Questa necessità – ha evidenziato la delegazione Confsal alla Catalfo – è adesso ancora più stringente per il settore privato in quanto il prossimo 15 ottobre dovrebbe terminare lo stato di emergenza sanitaria nel nostro Paese e, con esso, l’attuale meccanismo semplificato che consente al datore di lavoro privato di ricorrere allo smart working con una decisione unilaterale. Dal 16 ottobre in poi si dovrà dunque ritornare, secondo quanto previsto dalla legge 81/2017, alla stipula volontaria di accordi individuali tra datori di lavoro e i singoli lavoratori, anche se in assenza di regole e di normative differenti.
Sappiamo bene che il “lavoro agile”, se ben applicato, rappresenta una modalità che, da un lato, consente al lavoratore di conciliare vita e lavoro attraverso una migliore organizzazione dell’attività lavorativa, di accrescere le proprie competenze, la propria autonomia e il proprio senso responsabilità e, dall’altro, contribuisce a favorire la crescita della produttività e della competitività delle imprese, nonché una riduzione dei costi diretti.
Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria nel nostro Paese, lo smart working ha rappresentato una sorta di “sperimentazione forzata”, disposta su atto unilaterale del datore di lavoro, che sebbene abbia consentito da un lato ai lavoratori di non interrompere la continuità lavorativa e dall’altro alle aziende di non fermare la produttività e di erogare così i propri servizi alla collettività, ha però mostrato tantissime criticità e nodi che, a fronte di una previsione legislativa – la legge 81/2017 – troppo generica, devono essere urgentemente sciolti nel perimetro degli strumenti della contrattazione collettiva e non attraverso un intervento legislativo unilaterale.
La delegazione Confsal ha, dunque, chiesto al Ministro Catalfo che al più presto:
- si ricerchino risposte immediate ai tanti problemi che affliggono sia il settore privato che quello pubblico. Bisogna stabilire cosa si intende fare in questa fase di emergenza pandemica che, al momento, sappiamo permanere sino al prossimo 15 ottobre;
- si addivenga al più presto alla definizione di un “Accordo Quadro” o di un “Protocollo di Intesa” tra le Parti – Ministero del Lavoro, Confederazioni Sindacali e Associazioni Datoriali – quale cornice di norme contrattuali generali e comuni che, intervenendo in maniera strutturale su elementi fondamentali del lavoro agile, costituiranno, ovviamente, parte integrante della contrattazione nazionale e quella successiva di 2° livello.
La Confsal ha nello specifico rappresentato al Ministro Catalfo la necessità di ricercare il massimo della convergenza tra le Parti su moltissimi aspetti, quali ad esempio:
- la definizione, chiara e puntuale, dei principi generali che consentono di poter individuare quali attività lavorative possono essere svolte in lavoro agile
- le parti fondamentali del contratto individuale di lavoro
- nessun atto unilaterale, se non per situazioni contingenti sanitarie e di calamità temporalmente definibili
- le priorità di accesso nello smart working
- i limiti massimi sugli orari di lavoro
- la questione dei lavoratori fragili e della genitorialità
- la dotazione strumentale e tecnologica
- la salute e sicurezza e gli ambienti di lavoro
- il diritto alla disconnessione
- il diritto alla formazione
- il trattamento dei dati personali
- le relazioni e i diritti sindacali
- il buono pasto
- il co-working
A tal fine la delegazione Confsal ha chiesto alla Catalfo di stabilire al più presto un incontro tra tutte le Parti, quindi tra il Ministero del Lavoro, le Organizzazioni Sindacali e le Associazioni Datoriali, al fine di esprimere valutazioni di merito su questo nuova impostazione, anche culturale di politica innovativa del lavoro.
La Confsal ha acceso i riflettori anche sulla questione dei genitori (ovviamente, lavoratori dipendenti privati o pubblici) degli under 14 anni che sono costretti, se i figli risultano contagiati da Covid 19 e quindi posti in quarantena obbligatoria, a dover chiedere il congedo parentale al 50%: la delegazione ha in tal senso chiesto che per questi genitori venga reso possibile, attraverso un correttivo al decreto legge di agosto in via di conversione, ricorrere al lavoro agile, senza alcuna limitazione o diniego della parte datoriale.
La delegazione Confsal ha infine concluso il suo intervento rivendicando la necessità di far sì che parte delle risorse del Recovery Found siano investite anche sulla digitalizzazione, in quanto il lavoro agile ne rappresenta un pilastro fondamentale.
Il Ministro Catalfo si è dimostrata molto interessata e disponibile ad accogliere le richieste e le proposte della Confsal, chiedendone tra l’altro “memoria scritta”, ed è stato concordato che il prossimo incontro si terrà entro il 15 ottobre.