Il Segretario Generale Angelo Raffaele Margiotta ha preso atto che il Premier Conte ha deciso di non convocare la Confsal al tavolo di confronto con le parti sociali sull’emergenza Coronavirus. “È una scelta assolutamente ingiustificabile – dice Margiotta- atteso che la grande e certificata rappresentatività della Confsal (e la sua articolazione territoriale) la pongono sullo stesso piano delle tre sigle sindacali chiamate a Palazzo Chigi. Considero l’esclusione il prezzo da pagare per essere una voce fuori dal coro, una organizzazione indipendente rispetto a Governi e partiti”.
Ciò nonostante, la Confsal continuerà come sempre a dare il proprio contributo in termini di impegno sociale e di proposte costruttive.
“Riteniamo – continua Margiotta – che il piano da 3 miliardi servirà a malapena ad adottare misure tampone che non riusciranno a contrastare la crisi economica che si era manifestata nei dati Istat (meno 40.000 posti di lavoro) ancora prima dell’emergenza Coronavirus.
Ribadiamo quindi che occorre un piano straordinario, con risorse necessarie a varare misure economiche di tipo strutturale, a partire da una forte riduzione del costo del lavoro per le piccole aziende e per i settori produttivi più deboli, dove i lavoratori patiscono salari troppo bassi e le imprese sostengono oneri troppo alti”.
L’unica risposta all’altezza della situazione è, ad oggi, pervenuta dal mondo del lavoro, dall’impegno dei lavoratori dei settori pubblico e privato e, in particolar modo, dalla eccezionale professionalità di medici e infermieri che, con spirito di abnegazione, stanno dispiegando sforzi sovrumani.
“Sono certo – conclude Margiotta – che il nostro Paese è in grado di reagire e di superare anche questa emergenza, a patto però che gli sforzi dei lavoratori e delle imprese vengano supportati da condotte consapevoli della classe politica e da scelte coraggiose del Governo, senza le quali è forte il rischio che l’emergenza sanitaria sfoci in una catastrofe economica.
Rinnovo l’appello agli italiani tutti di sostenere la nostra economia, acquistando prodotti e beni realizzati in Italia”.